Eccoci qui: l’estate se n’é andata. Ormai la ventesima edizione del nostro festival, intitolata “Celebrazione: ci riCordiamo”, è diventata tale— un ricordo. Ormai anche questo festival è andato a vivere nel paese della memoria, dove l’aria è più sottile ed i tempi sono tutt’altro.

Con quel sottotitolo “ci riCordiamo”, pensavamo di richiamare il cuore. Infatti in inglese la memoria più durevole è quella del cuore: ‘to learn by heart’ piazza la memoria più tenace lì, nel cuore, da dove difficilmente cede di fronte alla testa, quella testa che porta tanti ragionamenti predatori.

Infatti dalla testa arrivano i predatori, che gridano alle elezioni italiane che non promettono niente di buono; che urlano quella guerra alla porta, giocando un imperativo nucleare che non conoscerà frontiere; che tuonano in coro al collasso ambientale già in atto… ormai il rumore apocalittico non ci sorprende più.

E noi della Luna nel Pozzo, come rispondiamo a questo rumore assordante? Col canto. Il nostro è il canto della bellezza, che stiamo studiando da venti anni. Quest’anno, ad esempio, nella Notte della Luna Nera: dopo quel viaggio, un nostro ospite ci ha lasciato un messaggio in forma di haiku —

Il canto è
il silenzio
della campagna.

Noi in campagna continuiamo a cantare, a cantare ad alta voce e ad alto silenzio, perché la natura ci riCorda che la bellezza è di tutti, di tutti quanti che ne sentono il bisogno, anche oggi. Soprattutto oggi.

E tu lo senti, il canto? Tu che sei femmina, maschio o altro; tu, portatore di quella disabilità chiamata “normo dotazione”; tu, bambina anziana e adulto infantile, che nei sogni più intimi trascendi le etichette che ci dividono e ci lasciano soli— tu, come rispondi a questo coro gentilmente selvaggio?

Noi possiamo offrire solo uno: un sollievo semplice, un balsamo antico, fragile ma sorprendentemente resiliente— learned in the heart, not in the head— ti offriamo la bellezza, il linguaggio del cuore, il canto della campagna.

Siamo pieni di gratitudine poiché la vita ci porta quest’opportunità: di cantare insieme a te, nella notte, sapendo che l’alba arriverà.